Una Relazione d’Impatto ben comunicata fa la differenza.
La Relazione d’Impatto è il documento che racconta, con trasparenza, come un’azienda crea valore non solo economico, ma anche collettivo ed è un obbligo normativo per le Società Benefit (SB).
Le Società Benefit rappresentano un’evoluzione del modello d’impresa tradizionale: sono aziende che decidono volontariamente di integrare, nel proprio oggetto sociale, uno o più obiettivi di beneficio comune, affiancandoli al perseguimento del profitto.
Oltre ad essere uno strumento utile a rivedere il proprio modello di business e integrarlo con obiettivi di impatto sociale e ambientale, è un potente strumento di comunicazione.
Il valore della Relazione sta sicuramente nei numeri e nei risultati che genera, ma non va esclusa la sua importanza nella comunicazione, nel raccontare una visione, un impegno, una direzione che l’Azienda ha intrapreso. Ed è qui che entrano in gioco il marketing e la comunicazione, che trasformano i dati, gli indicatori e gli obiettivi inclusi nella Relazione d’Impatto in un racconto chiaro, credibile e coinvolgente.
Come comunicare davvero la tua sostenibilità a partire dalla Relazione d’Impatto?
Società Benefit
Le Società Benefit in Italia sono state introdotte dalla legge di stabilità 2016, (n. 208 del 28 dicembre 2015), entrata in vigore l’1 gennaio 2016 e sono disciplinate ai commi 376-384 dell’art. 1. (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/12/30/15G00222/sg)
La Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana definisce Società Benefit “società [..] che nell’esercizio di un’attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio
comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse.”
La normativa definisce con precisione cosa si intende per “beneficio comune”: il perseguimento di effetti positivi, o la riduzione di effetti negativi, su persone, comunità, territori, ambiente, beni culturali e sociali, e altri stakeholder coinvolti direttamente o indirettamente dall’attività d’impresa.
Questa finalità non può restare un’intenzione, ma deve essere inserita formalmente nello statuto, e si traduce in obblighi concreti per gli amministratori, che devono nominare uno o più responsabili interni del perseguimento dell’impatto e redigere ogni anno una Relazione d’Impatto da allegare al bilancio societario.
Anche le società già esistenti possono diventare Benefit modificando il proprio statuto secondo le regole previste per ciascuna forma societaria. Inoltre, le nuove aziende possono costituirsi direttamente come Società Benefit presso qualsiasi notaio, e nel caso di Srl semplificata anche senza notaio.
Chi comunica bene la propria Relazione d’Impatto, comunica bene la propria identità.
Cosa è una Relazione d’Impatto
La Relazione d’Impatto è il documento che le Società Benefit redigono annualmente per rendicontare gli obiettivi di beneficio comune perseguiti e i risultati ottenuti. Non è un bilancio sociale, una dichiarazione d’intenti, né una lista di iniziative green, ma una mappa di ciò che l’azienda fa, come lo fa e con quali conseguenze sul piano sociale, ambientale e culturale.
La Relazione d’Impatto è un documento articolato, che include:
- la descrizione degli obiettivi specifici, delle modalità e delle azioni attuate dagli amministratori per il perseguimento delle finalità di beneficio comune e delle eventuali circostanze che lo hanno impedito o rallentato;
- la valutazione dell’impatto generato utilizzando lo standard di valutazione esterno con caratteristiche descritte nell’allegato 4 (link) e che comprende le aree di valutazione dell’allegato 5 (link);
- una sezione dedicata alla descrizione dei nuovi obiettivi che la società intende perseguire nell’esercizio successivo.
Lo Standard e le Aree di Valutazione
Lo standard di valutazione esterno serve a misurare in modo oggettivo l’impatto generato dalla Società Benefit. Deve essere completo, cioè in grado di valutare gli effetti delle attività aziendali su persone, comunità, ambiente e altri stakeholder.
Per garantire imparzialità, deve essere sviluppato da un ente terzo, indipendente e non collegato alla società stessa. Inoltre, deve essere credibile, cioè elaborato da soggetti con competenze specifiche in ambito sociale e ambientale, basandosi su un approccio scientifico e multidisciplinare, eventualmente con il coinvolgimento del pubblico.
Lo standard deve essere anche trasparente: devono essere accessibili i criteri di valutazione utilizzati, le modalità con cui vengono pesati, l’identità degli enti responsabili, il processo di aggiornamento dello standard e la provenienza delle risorse economiche dell’ente che lo ha elaborato.
Le aree di valutazione previste per misurare l’impatto delle Società Benefit devono coprire uno o più dei quattro ambiti:
- Governo d’impresa (Governance), per misurare trasparenza, responsabilità e coinvolgimento degli stakeholder nella gestione aziendale.
- Lavoratori, per valutare qualità delle relazioni interne, condizioni di lavoro, formazione, crescita professionale e sicurezza.
- Altri portatori di interesse (Stakeholder esterni), per analizzare il rapporto con fornitori, comunità locali, iniziative sociali, culturali e filantropiche.
- Ambiente, per verificare l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita di prodotti e servizi, dal consumo di risorse alla gestione del fine vita.
Uno Strumenti gratuito per redigere la Relazione d’Impatto per tutte le Società Benefit è IMPACTO, accessibile tramite registrazione al sito web: https://impacto.nativatools.com
Vincoli e sanzioni
La relazione annuale è pubblica e pubblica sul sito web dell’Azienda, se ne ha uno.
Se una Società Benefit non rispetta concretamente le finalità di beneficio comune che ha dichiarato nel proprio statuto, può incorrere in sanzioni, o disporre la sospensione dell’attività di impresa fino a 30 giorni. In particolare, viene trattata come se stesse facendo pubblicità ingannevole, ed è soggetta alle norme previste dal Codice del Consumo a tutela dei consumatori e dal decreto legislativo 145 del 2007. A vigilare su questi comportamenti è l’Antitrust (l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – AGCM), che può intervenire per verificare se la comunicazione dell’azienda è coerente con le sue azioni.

Potenziale comunicativo della Relazione d’Impatto
A differenza di altri modelli più autoreferenziali o puramente volontaristici, quello delle Società Benefit è vincolante e tracciabile, questo significa che la coerenza tra ciò che si afferma e ciò che si fa non è solo una questione reputazionale, ma anche legale.
È proprio in questo contesto che la comunicazione gioca un ruolo cruciale: perché una Società Benefit non può permettersi di essere opaca, né generica. Il modo in cui racconta il proprio impatto diventa parte integrante del suo valore distintivo.
Una Relazione d’Impatto ben comunicata, invece, può:
- rafforzare la reputazione aziendale
- differenziare il brand in un mercato saturo
- attrarre investitori, talenti e clienti in linea con i tuoi valori
- diventare la base narrativa per campagne, contenuti, storytelling.
Riuscire a sfruttare le metriche e le iniziative descritte nella relazione ti consente di parlare davvero ai tuoi stakeholder. Per una Società Benefit, la Relazione d’Impatto può diventare il cuore della strategia di comunicazione sostenibile. Impaginarla bene e pubblicarla solo sul sito e i social media è il miglior modo per renderla invisibile, uno spreco di contenuti preziosi che non arrivano mai al pubblico. Comunicare una Relazione d’Impatto significa creare un progetto narrativo coerente, trasformare i contenuti in messaggi, i numeri in storie, gli obiettivi in promesse.
Comunicare la Relazione d’Impatto: esempi
La Relazione d’Impatto non dovrebbe restare un documento tecnico destinato a pochi addetti ai lavori. Se ben valorizzata, può diventare un potente strumento narrativo e reputazionale, capace di generare fiducia e rafforzare il posizionamento dell’azienda. Ecco alcune strategie per sfruttarne appieno il potenziale comunicativo:
- una pagina web dedicata che traduca i dati chiave in modo accessibile,
- una serie di contenuti social pensati per raccontare l’impatto in modo umano,
- newsletter ed eventi per coinvolgere,
- materiali di comunicazione interna per rafforzare l’identità aziendale.
Una pagina web sul sito aziendale è il primo passo: permette di presentare in modo accessibile e visivamente curato i dati principali, gli obiettivi raggiunti e quelli futuri. Non si tratta di replicare il documento in PDF, ma di tradurre i contenuti in linguaggio chiaro, leggibile e navigabile anche da chi non ha familiarità con la rendicontazione d’impatto. Includere infografiche, visualizzazioni dinamiche e brevi sezioni esplicative può facilitare la comprensione e stimolare l’interesse.
Parallelamente, puoi costruire una strategia social che umanizzi il contenuto della relazione. Racconta le storie dietro ai numeri: le persone coinvolte, i cambiamenti generati, le sfide affrontate. Ogni sezione della relazione può diventare un contenuto verticale, declinabile in post, video, caroselli o interviste. In questo modo, l’impatto non resta confinato in un report, ma entra nel flusso della comunicazione quotidiana, avvicinando l’azienda al proprio pubblico.
Anche strumenti come newsletter o piccoli eventi di condivisione possono trasformare la relazione in un’occasione di dialogo. Un webinar dedicato agli stakeholder, ad esempio, consente di raccontare in modo trasparente i risultati raggiunti e aprire uno spazio per raccogliere feedback, idee, proposte; e rafforza il coinvolgimento delle persone che ruotano attorno all’azienda.
Last but not least: non trascurare la comunicazione interna. Coinvolgere i dipendenti nella diffusione della relazione, con materiali sintetici, video interni, momenti di confronto, può rafforzare il senso di appartenenza, un modo per trasmettere la cultura aziendale e far emergere nuove idee.
Se vuoi posizionarti come un’azienda realmente impegnata, non basta fare: devi anche saper raccontare con un progetto narrativo ciò che fai, perché lo fai e quali effetti ha. La sostenibilità si costruisce ogni giorno. E si racconta con competenza, consapevolezza e strategia.
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